giovedì 28 agosto 2014

Una ginjinha senza rivali



Senza ricordarmene oggi , ma ancora con assoluta convinzione, scopro che nella mia lista delle 10 cose da fare assolutamente a Lisbona, esattamente al secondo posto (in un post di quasi un anno fa) consigliavo: Bere una  ginjinha a Rossio



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Certo che lo consiglio! L’ho fatto allora e lo faccio ancora oggi sempre con più convinzione, perché bere una ginjinha in Rua das Portas de Santo Antão, è una cosa che DEVE essere fatta, non è mica una possibilità


:-D


Beh si, ovviamente scherzo, ma forse è meglio partire un po’ con ordine e cercare di dare un senso a questo post e fare un pò d’ordine.

Utile potrebbe essere cominciare spiegando che cos’è una ginjinha, anche se credo che se siete arrivati a questo post già siete pratici dell’argomento o se non lo siete, mi chiedo come avete potuto affrontare fino ad ora una vita così triste … si ok, sto esagerando, è l’umorismo inglese che mi è rimasto dentro e ogni tanto viene fuori in autonomia, ma nessuno si offenda, alla fine è solo un post.

Direttamente da wikipedia:
ginjinha, ou simplesmente ginja, é um licor obtido a partir da maceração da fruta da ginja (nome científico Prunus cerasus), similar à cereja, muito popular em Portugal, especialmente em Lisboa, em Óbidos, em Alcobaça e no Algarve.

É costume servi-la com uma fruta curtida no fundo do copo, popularmente dito “com elas”, ou, quando pura, “sem elas”.

Certo che si capisce ma visto che in fondo sono un animo gentile traduco:

ginjinha, o semplicemente ginja, è un liquore ottenuto a partire dalla macerazione del frutto della ginja (nome scientifico Prunus Cerasus), simile alla ciliegia, molto popolare in Portogallo, specialmente a Lisbona, Obidos, Alcobaça e in Algarve.

E’ costume servirla con della frutta nel fondo del bicchiere, popolarmente si dice “con” (frutta) o, quando pura, “senza”.

LEGGI ANCHE: Una gita fuori porta – Obidos 
 

Visto che oggi sono molto molto gentile, del famosissimo Prunus cerasus, vi allego una bella illustrazione.



Per chi non avesse mai avuto il piacere, si tratta di un cicchetto di liquore all’amarena (anzi alla ginja), dolce ma molto buono. Quando lo ordinate potete chiederlo “com” o “sem”, in questo modo vi verranno versate nel bicchierino 4/5 piccole ginje oppure no.

Da ormai quasi autoctono, senonchè grande appassionato di ginja, posso dire che esiste anche un terzo modo (il mio preferito) di ordinarla, fresca (senza frutta) e con una piccola scorza di limone, insomma ne so più di wikipedia!!!

A Lisbona questo liquore si trova ovunque.

Tutti i bar e ristoranti possono servirvi una ginjinha e tutti i posti sono buoni (o quasi), ma voi che siete viaggiatori e non turisti, dovete berla nel posto che è più giusto degli altri posti giusti, in Rua das Portas de Santo Antão, vicinissimo alla stazione Rossio.

Qui troverete, a distanza di pochi metri, due posti storici della città di Lisbona “a Ginjinha” (che si trova nella piazza) e la “Ginjinha Sem Rival” (che invece si trova proprio nella via).



Tra le due c’è una tacita concorrenza e anche il pubblico si divide, c’è chi va da una parte e chi va dall’altra, senza nessun motivo preciso in realtà, è una di quelle cose che nascono come la fede calcistica, è così, senza un perché.
Io sono un fedele frequentatore della “Ginjinha Sem Rival”, perché lo dice anche il nome (senza rivali), l’altra non ha nessuna possibilità, forse ci sono passato qualche volta all’inizio del mio soggiorno Lisboeta ma ormai è da tempo che non ci frequentiamo più.

La “Ginjinha Sem Rival” è un piccolo bar di 10Mq dove non si serve nessun tipo di cibo, niente caffè o cose del genere, si serve solo ginjinha e, in minima parte, altri liquori come moscatel o eduardino oppure acqua, coca, ecc ecc … dettagli, lì si vende ginjinha!

E’ un posto storico per la città di Lisbona, si trova lì esattamente dal 1890, tramandata da padre in figlio fino ai giorni nostri ma c’è del fermento in questi giorni attorno alla mia ginjinheria preferita, forse si tratta solo di chiacchiericcio, ma se ne parla quindi qualcosa di vero forse ci sarà.
Sembra che il palazzo (semi abbandonato) sia stato venduto e il nuovo acquirente abbiamo intenzione di sfrattare lo storico locale, sarà vero?
Bo!? Io se è vero non lo so, spero sempre che queste cose non accadano mai e che tutte le cose belle di un posto si mantengano il più possibile anche se noi cambiamo in continuazione, perché non dovrebbe cambiare una città?
Se avete voglia di provare a leggere un articolo di un giornale portoghese, cliccate qui e leggete la notizia “ufficiale”.



E per un posto come questo, come tantissimi posti di Lisbona, bisogna avere la sensibilità di capire il gesto,  andare a bere un bicchiere lì, non è andare a bere una ginjinha e basta, questo si può fare in ogni bar della città, è molto di più.
Per assaporare davvero Lisbona (e questo posto non fa eccezione)  bisogna fermarsi e ascoltare, questo è un luogo che ha un’atmosfera unica, si trova in un posto particolare, in una zona dove succedono tante cose, è un incrocio di turisti, Portoghesi, ragazzi, un posto ancora vero di una città che cambia in continuazione e fermarsi qui può essere un buon miradouro per cominciare a guardarsi attorno e scoprire un pezzo di questa magica città.

Ci vediamo lì per una ginjinha in compagnia 


Prima pubblicazione 24 Febbraio 2014

I 5 bar con la vista più bella su Lisbona


Torna, dopo mesi di silenzio, l’atmosfera Alta Fedeltà, la personale classifica su cose, chi, come , dove e perché sulla splendida Lisbona.

Nei mesi precedenti vi ho raccontato quali sono le band musicali che meritano (secondo me) la Top5, le cose che assolutamente dovete vedere di questa città e tanto tanto altro ancora.

LEGGI ANCHE: Le 5 migliori band portoghesi

Oppure

LEGGI ANCHE: Le 5 cose da non fare a Lisbona

Ieri, incredibilmente, c’è stato un pomeriggio di sole (durato poco a dire il vero) e quindi tutti fuori a riscaldarsi, fare due chiacchiere e bere qualche imperial (così si chiamano le birre da 20cl). Insomma, nella Top 5 di oggi, vi racconto dei 5 posti che meritano una sosta per bere qualcosa, rifocillarsi e soprattutto ammirare il panorama.

Fare una classifica di questo tipo è davvero difficile, i posti sono tantissimi e ci sono locali di ogni tipo e per tutti i gusti, ho cercato di tirarne fuori 5 (che chiaramente preferisco) che possano soddisfare tutte le occasioni.

Lisbona, su 7 colli come Roma, si presta alle vedute dall’alto, continui saliscendi sbucano naturalmente in piazzette o edifici dove poter ammirare la potenza del Tejo, la bellezza del ponte 25 Aprile o le mura mistiche del 
Castello di Sao Jorge, quindi cominciamo con la classifica:

5: Il bar all’ultimo piano di Pollux in Baixa

In Rua dos fanqueiros, all’incirca a metà, in piena Baixa (quindi in pieno centro) c’è un mega negozio che vende articoli per la casa e articoli da regalo, Pollux. Una specie di istituzione per la città, il posto ideale dove comprare qualsiasi cosa serva prima, dopo o durante un trasloco (ok questa info serve poco al nostro post).

La cosa importante da sapere, per il nostro fine, è che all’ultimo piano di questo negozio c’è un bar.

Entrate nel negozio, salite fino in cima, uscite sul terrazzino e vi troverete esattamente di fronte l’Elevador de Santa Justa in tutta la sua ferrea potenza.
Il bar non è niente di che, anzi è proprio bruttino, ma se siete in centro e volete spendere poco con un punto di vista diverso sulla città…è il posto giusto.



4: Il bar all’ultimo piano del Bairro Alto Hotel

In pieno Chiado, su uno dei lati di Praça Camoes (il lato che da sul fiume), il BAH è un albergo 5 stelle super lusso ma, come Pollux, ha sul terrazzo un bar aperto al pubblico. Entrate sicuri, dirigetevi agli ascensori dorati e fatevi portare fino in cima.

Decisamente altro stile rispetto al Pollux Bar, futon, poltrone e tavoli in vimini, camerieri in livrea e una lista dei vini di tutto rispetto.
Insomma è un bar figo, con una vista stupenda sul fiume e sul ponte 25 Aprile, i prezzi sono in linea con le stelle dell’hotel ma non tanto distanti dalle vinerie italiane…anzi.

3: Il Miradouro di Santa Catarina (meglio conosciuto come Adamastor)

Questo in realtà (come l’altro miradouro della Top 5) sarebbe fuori concorso, inclassificabile, è uno di quei posti così familiari che è impossibile definirlo bello, sarebbe come provare a definire bella la propria casa (quella dove siamo cresciuti dico).

A due passi dalla Rua da Bica, Adamastor è il miradouro più giovane e più alternativo della città. C’è un chiosco con dei tavoli sulla piazzetta, prezzi economici e ottimo mood. Posto ideale per aspettare il tramonto dopo una giornata di lavoro rilassandosi aspettando la sera in compagnia di amici.

Se avete dei problemi con l’ambiente tipo “centro sociale” italiano forse non è il posto giusto per voi.


LEGGI ANCHE: Lisbona dall’alto – In giro per i miradouri della città

2: Il terrazzo del bar “Lost In” a Principe Real

Se l’India è la vostra madre patria, se siete pratici di chakra, flussi, nessi e connessi, questo potrebbe essere il bar giusto per voi.

Una parte del bar ha un negozio che vende stoffe, candele e altri prodotti tutti con stile indiano e super colorato, nella parte posteriore invece c’è il bar con una terrazza all’aperto dove poter sorseggiare uno chà ammirando Lisbona dall’alto.


1: Il Miradouro di Graça

Un po’ come Adamastor, il miradouro di Graça è inclassificabile, probabilmente primo posto meritatamente nella mia personale classifica, vedere un tramonto da questo miradouro mozza il fiato. Il castello, mouraria, il Bairro Alto, in lontananza la chiesa di Estrela.
Il chiosco è semplice ma fornito, l’ambiente è tranquillo e rilassato, Graça è un quartiere lontano dai giri turistici quindi ci si sente un po’ più in Portogallo.
Scegliete un giorno di sole e non ve ne pentirete.

Chiudo dicendo che ci sono tanti altri posti dove godere delle bellezze di Lisbona dall’alto, siate curiosi, chiedete, parlate con la gente e fidatevi, in questo modo si scoprono le storie e i posti più belli di Lisbona.


Prima pubblicazione 20 Gennaio 2014

Una storia di palazzi abbandonati, writers vandalici e una galleria d’arte per creativi estroversi


Come sa bene chi segue il mio blog, sono da sempre incuriosito da edifici abbandonati, archeologia industriale, palazzi fatiscenti, palazzi che apparentemente sembrano scarni e privi di elementi di interesse, fabbriche in disuso pericolanti e a rischio abbattimento, il fascino latente del vuoto creato.
Sono solo apparenze diverse di una vita nascosta, un cambiare faccia per non mostrare il cambiamento per dimostrarsi meno visibili, una forma di autodifesa per ritornare privati, lontani dagli occhi di tutti.

Come una specie di riccio che spunta gli aculei per non farsi avvicinare, lo stesso accade con i luoghi abbandonati. Mostrano la fatiscenza per intimidire, per far perdere l’attenzione, per diventare disinteressanti.

Far perdere l’interesse di se è un modo per non farsi avvicinare ma questo non vuole dire essere morti o spenti, semplicemente si diventa diversi e si sceglie di eliminare il superfluo occupante inutile,  riprendendosi una dimensione diversa e accogliendo una nuova vita.



Entrare in un palazzo abbandonato da anni (Lisbona purtroppo e per fortuna ne è piena) è un’emozione indescrivibile.

Le impronte nella polvere sui pavimenti ancora integri, gli oggetti abbandonati dagli ultimi abitanti durante il trasloco definitivo, sono tutti segni, racconti, piccoli pezzi, frammenti di una vita di qualcuno che sono rimasti lì, abbandonati per sempre, lasciati come un segno del proprio passaggio.
E’ un mondo che mi affascina da sempre, potrei raccontare e scriverne per ore.
Lisbona è piena di luoghi abbandonati, però il bello di questi posti è che sono nascosti e bisogna trovarli, il divertimento massimo è scoprirli, ognuno trova il suo. Leggere su un post dove trovarli ne farebbe perdere il fascino e l’emozione, quindi in bocca al lupo e buona ricerca.
Prima di perdermi nello spazio infinito delle mie divagazioni direi che torno al post e mi riallaccio al tema.

Soprattutto nelle fabbriche abbandonate di periferia, quando si riesce a trovare il modo di entrare dentro (volutamente non ho usato il “se” ma il “ma”, il modo c’è sempre!) la prima cosa che si capisce è che non si è i primi, mi è capitato rarissime volte di entrare in un posto e trovarlo intatto, qualcuno c’è già stato prima di noi.



Non mi stupisce mai, anzi mi incuriosisce, trovare tracce di vita (coperte, bottiglie di birra, pezzi di libri, scarpe) la cosa che non capisco, per non dire che non sopporto, sono i graffiti.

Mi rendo conto che è una mia tara mentale, una mia lacuna, un mio problema ma secondo me non sono nemmeno “belli” da vedere e proprio non li capisco, soprattutto non capisco i tag.

Wikipedia:
“La tag è il nome in codice che writers, mc e breakers, usano per distinguersi. Nella cultura hip hop è utilizzata al posto del nome e definisce non solo una data persona, ma anche il suo modo di fare o un lato caratteristico. La tag di un writer è essenziale ed identifica il vandalo in maniera inequivocabile e lo distingue dagli altri. L’attività di marcare una superficie con un tag viene chiamata tagging. Per tag bombing (letteralmente “bombardamento di tag”) si intende la riproduzione del proprio tag su vasta scala in una determinata area di un centro urbano.
Il tag può rappresentare anche un segno di riconoscimento tra gruppi. Più writers o mc che si incontrano possono decidere di firmarsi tutti con un unico tag, in modo da farsi riconoscere come gruppo (crew). Il proprietario di un tag talvolta può scegliere di farsi riconoscere personalmente “indossando” il proprio tag, per esempio in forma di ciondolo, tatuaggio, scritta su una T-shirt e così via.”

La tag di un writer è essenziale ed identifica il vandalo…” finalmente qualcuno che chiama le cose con il proprio nome.

Ripeto e mi scuso con tutti i miei amici graffitari o amanti del genere ma mi chiedo, perché mio caro writer, senti la necessità di dover scrivere il tuo nome 50 volte in tutte le pareti di un capannone industriale abbandonato o su tutti i palazzi del mio quartiere?

Se hai problemi di memoria fatti un tatuaggio su un polso e hai risolto, fatti una polaroid come memento e scrivici sotto il tuo nome, ma perché ricoprire tutto il ricopribile ricordandoci infinitamente chi sei?

Ecco, questo è uno sfogo, un po’ eccessivo me ne rendo conto, ma alla quale mi piacerebbe che qualcuno rispondesse, mi interessa tanto la street art, ma con i tags ho una grossa difficoltà, democraticamente questa difficoltà vale per i capannoni abbandonati come per i palazzi appena ritinteggiati del centro.


Dal faceto torniamo al serio, al relativamente serio diciamo.

Trovo invece molto affascinante e interessante il modo come il Portogallo (e Lisbona in particolare) stia spingendo in modo creativo, culturale e costruttivo l’arte urbana e i suoi artisti.

Probabilmente (o almeno per quanto mi riguarda) il tutto inizia con la realizzazione di due opere giganti in Avenida Fontes Pereira de Melo (fermata metro gialla Picoas) ad opera dell’Italianissimo Blu e dei Brasiliani Os Gemeos.



Chi vive a Lisbona queste due opere le conosce per forza ma vi allego una foto così potete capire di cosa parlo.
Sempre nello stesso periodo, dovremmo essere circa nel 2010, nella piazza principale di Saldanha, su un palazzo liberty stupendo allora abbandonato (ora abbattuto, ci stanno costruendo un edificio che sembra un parcheggio multipiano) c’era un’altra opera bellissima di un altro artista (credo si trattasse di Mar).

Poi venne fuori il fenomeno Vhils, la galleria nel multi parking Chão do Loureiro, i murales ad Alcantara, la galleria d’arte al bairro alto, ecc ecc.

LEGGI ANCHE: Alexandre Farto aka Vhils – l’artista che distrugge i muri…

Mi piace parlare di graffiti, di questi almeno, e definirli opere, opere d’arte, perché tutte quelle che ho citato, secondo me, sono proprio quello.
Lavori complessi di artisti con un estro molto acuto, che si impegnano, progettano, studiano e lavorano creando delle opere che rendono più belle le nostre città e che, in moltissimi casi, emozionano ed affascinano.




Non essendo un esperto di sicuro avrò perso dei pezzi e messo cose al posto sbagliato, come di sicuro qualcuno penserà che sto dando un peso sbagliato a questo fenomeno.Da abitante medio di questa splendida città, solo con una piccola sensibilità e attenzione in più rispetto a quello che succede (soprattutto a livello culturale), questo fenomeno lo vedo evidente e soprattutto in continua espansione.

L’impressione forte che ho ad esempio, rispetto all’Italia, è che in Portogallo il tema si sia affrontato, la politica ha discusso ed ha deciso di non fare finta di niente o ghettizzare gli artisti ma di aprirsi e incuriosirsi. Per questo motivo oggi si possono vedere lavori così grandi, perché non sono stati fatti velocemente e di nascosto ma alla luce del sole, con il supporto e (forse) anche l’aiuto economico da parte della comunità.

In cambio, gli artisti hanno acquisito fama, la città è diventata in alcuni punti più bella e, soprattutto, si è creato un volano (anche economico) attorno a queste opere. Interessati vengono a Lisbona da tutto il mondo per vedere questi lavori e di conseguenza tutta la città ne trae vantaggio.
Insomma avete capito, c’è chi pensa che un graffito di Blu sia solo un brutto disegno su un muro, c’è chi pensa che sia una grande opera d’arte e sarebbe disposta a pagare migliaia di euro, punti di vista, come sempre.



Dai che ci siamo quasi, lo chiudo questo post, prometto.

Se volete farvi un’idea più ampia rispetto a questo argomento e siete di passaggio (o vivete) a Lisbona, vi consiglio una mostra.

“Lisbon Pop-Up Shows” è un progetto coltivato dal gruppo artistico Underdogs (Vhils + Pauline Foessel) che da un anno si occupa di realizzare opere in giro per la città www.under-dogs.net.



“Timeline” è le collettiva d’arte, un’esposizione artistica, che vuole raccogliere, all’interno di una galleria, il lavoro di questo anno di produzioni cittadine.
“Timeline” è visibile nella Galeria Underdogs al numero 56 di Rua Fernando Palha (per chi conosce la città, vicino la Fabrica do Braço da Prata).

In esposizione ci sono i lavori di Interesni Kazki (Ucrânia), Cyrcle (EUA), ±maismenos± (Portugal), Pixelpancho (Itália), How and Nosm (EUA).
La galleria è aperta dal Martedì al Sabato, dalle 14.00 alle 20.00, fino al 21 Dicembre. L’ingresso è sempre gratuito.

Copyright fotografico: www.fabiosalvo.net


Prima pubblicazione 6 Dicembre 2013

Un ristorante sull’Oceano con una vista spettacolare


Se state leggendo questo post, probabilmente siete degli affezionati lettori del nostro blog o dei follower come si dice in quest’epoca 2.0.

Quindi probabilmente conosce già le bellezze della città più incredibile del mondo, forse avete già scarpinato su e giù per i colli in cerca del miradouro più bello

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Oppure avete fatto shopping sotto gli archi della grande Praça do Comercio

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Quindi Lisbona per voi non ha più segreti, conoscete tutti i vicoli dell’Alfama e tutti i club del Bairro Alto ma avete ancora un giorno di vacanza prima di tornare a casa e volete un’idea alternativa.

Siete della scuola “Fidarsi è bene”…quindi decidete di prendere in affitto un’auto
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e di fare un giro a Sintra.



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La premessa è stata un po’ parabolica per questo post che soddisfa una promessa fatta dal sottoscritto nel post sul Convento dos Capuchos.

Insomma, va bene andare in giro per musei, sfamare l’anima e il cuore di bellezza, ma ad un Italiano, se gli togli il cibo, soprattutto il buon cibo, lo deprimi. Quindi vi dico io dove andare a mangiare se siete vicino Sintra.
Il ristorante che vi consiglio non è una trattoria da pochi soldi ma un ristorante vero e proprio, anche di un certo livello, quindi niente tovaglie di carta e gente che mangia in piedi al bancone, soprattutto manca l’immancabile tv perennemente accesa con qualche partita di calcio (anche registrata).



Il ristorante in questione si chiama Piscinas das Azenhas do Mar e si trova nell’omonima località (Azenhas do Mar) a pochi chilometri da Sintra, in auto ci si arriva in meno di un quarto d’ora.

Essendo una piccolo villaggio sull’oceano da padrona la fanno i piatti di pesce e i frutti di mare (marisco) in tutte le possibili derivazioni. Nel menù sono presenti anche dei piatti di carne, ma sarebbe come chiedere il bollito con la pearà in un ristorante sul molo di Mondello, però de gustibus…
Chiedete il menu e la carta dei vini, troverete una possibilità di scelta non ampia ma ben organizzata.



In riva all’Oceano, una zuppa di pesce è la portata ideale per aprire il pasto.
Frutti di mare, gamberetti e granchi la tipica insalata di polpo potrebbero aiutarvi a riflettere su cosa scegliere ma, immancabile, deve essere la sapateiras, una delizia per il palato che potrebbe portarvi in pochi minuti alla dipendenza.

I piatti di pesce cambiano a seconda della giornata e della disponibilità, così come cambiano le possibilità di prepararli.



Fatevi consigliare un buon vino bianco o verde (un bianco leggero frizzante) portoghese e lasciate a casa il preconcetto errato che il vino buono è solo in Italia.

Non riesco a non essere romantico e la cosa che più mi affascina di questo posto è la sua location, dove è costruito.
Premesso che il ristorante internamente è molto ben curato e arredato con gusto, la cosa più bella e che lascia a bocca aperta, è la vetrata grandissima, che percorre tutto il ristorante, con una vista mozzafiato direttamente sull’oceano.

Sembra di essere a tavola con di fronte un megamaxischermo che proietta le immagini riprese da una scogliera sull’oceano della costa Portoghese …solo che, una volta tanto, non è una tv ma è reale.
Per quanto mi riguarda il ristorante merita un pranzo (o meglio sarebbe una cena) a prescindere dal pasto che è ottimo anche solo per godersi lo spettacolo.



Ottimo cibo, ristorante di un certo tipo e location mozzafiato non fanno rima con economico ma considerando che siamo in Portogallo e che siamo fuori Lisbona tutto viene compensato adeguatamente.

Per un pasto completo, vino incluso, potreste spendere tra 30/35 euri.

Ovviamente trattandosi di pesce ed essendoci il vino in mezzo, questa indicazione è molto relativa, volendo potete pranzare con €15 come con €150.

Il ristorante è aperto tutti i giorni sia a pranzo che a cena, tutte le info le trovate sul sito www.azenhasdomar.com


Prima pubblicazione 22 Novembre 2013 

Lisbona di quiete e allegria, fantasmi e malinconia. Lisbona secondo me.


“Buonasera! Mi chiamo Beatrice, sono stata in Erasmus a Lisbona e vorrei condividere con voi amanti di Lisbona e fortunati abitanti la mia Lisbona come l’ho percepita e vissuta superficialmente e interiormente. 

Grazie per l’attenzione e la pazienza”





Di Beatrice Pagliani

Lisbona… luce e ombre, azulejos e rovine, musica e silenzio, quiete e allegria, fantasmi e malinconia tra le mura di una città che fu un giorno capitale di un grande impero. Saudade e passato, presente e futuro, futuro incerto, crisi e povertà, degrado e arte tanta tanta arte che colora i vicoli oscuri della città e riporta in vita antichi palazzi coloniali ormai lasciati allo scorrere inesorabile del tempo.

Murales e fantasia, graffiti e street art, Picoas con il palazzo dipinto da Blu e os Gemeos e poi c’è un’intera facciata con un uomo nero che cammina nella notte.
La notte a Lisbona è magica regna il silenzio dai tanti miradouros della città da dove si contempla la bellezza e poi all’improvviso esplode la vita nelle vie del Bairro, Santos, Cais do Sodrè, e continui a scendere e si arriva a Praça do Comercio, oceano, potenza, il suono delle onde, sapore di mare. Senso di sublime, unione con il vento leggero, eterno, etereo e poi Belem, i pasteis e la sua bellissima torre solitaria nell’acqua.



La mia Lisbona è il tramonto al Miradouro do Torel, i libri letti al Jardim de Estrela, il giardino botanico selvaggio e tropicale, i pomeriggi all’Outjazz, le spiagge immense e oceaniche di Caparica e Cascais, il ponte Vasco da Gama… bellissimo!

Il Chines x ristorante/casa cinese illegale a Martim Moniz, LX Factory luogo poco conosciuto, ex prefabbricato oggigiorno luogo d’incontro della Lisbona creativa ma soprattutto le torte al cioccolato di Landeux, sublimi! E la libreria, un gioiello tutto da scoprire!

La mia Lisbona è il vicino di casa spalmato sul tetto a tegole a prendere il sole e le birre lungo avenida libertade con le enormi entrate ai pochi negozi di lusso presenti a Lisbona diventati tetti per i tanti barboni.



Lisbona è contrasto, contraddizione, attrazione e repulsione.

Lisbona è l’Alfama, Graça, Baixa-Chiado, Lisbona è la festa di Sant’Antonio con le sue sardine grigliate, Lisbona e Principe Real con il suo antico e saggio albero, ospite di musicisti e strani artisti. Lisbona e il museo Gulbenkian con i suoi spediti giardini, Lisbona e il suo tram elettrico, il 28, Lisbona e il lux, Lisbona e il Pan de deus, Lisbona e il baccalà di tiNatercia, Lisbona e il ponte 25 Abril.

Lisbona solitudine e nostalgia, allegria e dinamicità, vento e pace, oceano e infinito, leggerezza e libertà ti sembra di volare perdendoti nelle vie del borgo antico! Tappa obbligatoria “cultura do cha”, graziosa sala da thè tra le viette del Bairro Alto con ottime insalate e panini alla frutta, consigliatissimo il toast al pollo e alla banana!



E poi Primeiro Andar, cibo sfizioso e salutare a basso costo ma soprattutto buona musica! Il posto è rimediato alla lisboeta, e stupisce il fatto che curiosando al piano di sopra spunti un altro piccolo pub tra galline e un piccolo orto, tutto dentro la città!



Ma in fondo Lisbona è questa, rinasce dalle ceneri e si riscopre città d’arte dinamica, piena di iniziative e fantasia, seduce e appassiona, luminosa ma allo stesso tempo misteriosa ed enigmatica tutta da scoprire!

A Lisbona ti trovi perdendoti e perdendoti non la lasci più anche se sei lontano. Sono convinta che parte di me continui a vagare curiosa nelle vie del Bairro.

Foto e testo di Beatrice Pagliani

Prima pubblicazione 12 Novembre 2013 

L’altra parte del Tejo e una buona marisqueira Portoghese



Passeggiare per Praça do Comercio, l’Arco di Rua Augusta con il suo nuovissimo miradouro, gli archi che disegnano ombre simmetriche sotto il portico, l’enorme statua equestre in mezzo alla piazza, Lisbona tutto intorno.

Passeggiare fino al Cais da Coluna, sedersi sui gradini vicini alle due grandi colonne ed osservare le piccole onde del Tejo, il fiume che sembra mare ma mare non è.


Seduti sulle rive del grande fiume si vede l’altra sponda, l’altra parte, quella che nessun turista conosce e che nessuno che si trova a Lisbona di passaggio va mai a vedere, ma cosa c’è di là?
Chi segue il blog ha capito che curioso lo sono di natura, troppo facile andare a vedere e quindi non ho resistito e, in uno dei miei tour da scopritore, dall’altra parte ci sono andato!

Attraversando il Tejo, come erroneamente si potrebbe pensare, non c’è più Lisbona ma una serie di grandi centri abitati che, di fatto, soprattutto grazie alla semplicità nei collegamenti, ruotano attorno Lisbona. Vista la vicinanza dal centro cittadino, potrebbero essere considerati alla pari di tanti altri quartieri della città ma effettivamente sono comuni indipendenti.



I posti che ho deciso di vedere sono Seixal e Almada, di quest’ultimo scrissi anche un post all’inizio di questa mia avventura su Zingarate.

LEGGI ANCHE: Dall’altra parte del Tejo – Almada e Ponto Final


Per raggiungere Seixal con i mezzi pubblici, il metodo più veloce (ed anche quello più bello, secondo me) è prendere un traghetto dalla stazione di Cais do Sodrè (capolinea Metro Verde). Il servizio viene effettuato dalla Transtejo, un biglietto di sola andata costa €1.20 (più 50 cent se non avete la carta Viva Viagem) e i collegamenti sono frequentissimi, dalle 6.20 di mattina, più o meno ogni 20\30 minuti, ultima corsa alle 23.15.

Seixal è un grosso centro abitato, circa 150.000 abitanti, “subisce” la vicinanza di Lisbona quindi di fatto non ha luoghi particolarmente interessanti da visitare.
In una delle piazze principali della città, il sabato mattina, c’è un mercato di cose usate dove è possibile trovare un po’ di tutto a prezzi bassi, una specie di Feira da Ladra in piccolo.

Un posto di pescatori, il centro è caratteristico e si affaccia quasi completamente sul fiume, il posto ideale dove mangiare del buon pesce spendendo pochi euri.
Per la mia esperienza, Seixal non vibra, l’impressione che ho avuto è di una città dormitorio, dove il costo delle case (probabilmente) più basso rispetto alla città e una maggiore tranquillità attrae i Portoghesi rispetto alla vita Lisboeta, in ogni caso in 20 minuti si arriva nel centro di Lisbona.



Discorso diverso invece può essere fatto per Almada.

Numeri e collegamenti sono molto simili a Seixal ma Almada mostra una struttura ed un carattere diverso alla vicina cittadina.
Anche per attraccare ad Almada occorre prendere un traghetto da Cais do Sodrè, più o meno in diei minuti si arriva dall’altra parte del fiume nel porto di Cacilhas.

Il centro di Almada è decisamente più vivo e più interessante rispetto a Seixal ma l’impressione di fondo del satellite dormitorio resta comunque.
Di Ponto Final avevo già scritto nel mio precedente post rispetto a questo lato del fiume, resta sempre uno dei miei ristoranti preferiti. Si mangia molto bene e c’è una vista fantastica, da una parte il ponte 25 Aprile, alle spalle il Cristo Rei e dall’altra parte Lisbona.

Voto alto, così come alto è di solito il conto rispetto alla media cittadina, insomma Ponto Final non è una tasca, merita secondo me l’occasione giusta.
In uno dei miei ultimi tour esplorativi, seguendo il consiglio di uno dei miei amici Portoghesi, ho scoperto un ottimo posto dove mangiare che merita sicuramente la traversata.

Il posto si chiama “O Peralta”, si trova in Rua Cândido dos Reis 41 che altro non è che la via principale che si trova proprio di fronte lo sbarco dei traghetti provenienti da Lisbona, percorrete la via per  500 metri e lo trovate sulla sinistra.



Il ristorante offre anche piatti di carne ma ovviamente pesce e marisco (frutti di mare) la fanno da padrona. Posto semplice e senza pretese, frequentato prevalentemente da gente del posto, pulito e con personale disponibile e cordiale.

Per una cena super abbondante a base di pesce e marisco, vino verde a volontà, dolce e caffè, abbiamo speso poco meno di €20 a testa. Senza tanta difficoltà, facendo attenzione al vino (che alza sempre il prezzo) si riesce a stare facilmente intorno ai €15. Consigliatissimo!
Finita la cena, nella stessa via del ristorante, ci sono diversi bar frequentatissimi dove è possibile continuare a bere spendendo veramente poco.
Insomma se siete a Lisbona per tanto tempo e volete passare una serata diversa, fare un giro ad Almada può essere divertente, si mangia e si beve bene, si spende poco, non ci sono turisti e il ritorno notturno in traghetto, con la vista su Lisbona, merita da solo il viaggio.

A proposito, l’ultimo traghetto parte all’1.20, mi raccomando!!!

Copyright fotografico: www.fabiosalvo.net

Prima pubblicazione 13 Ottobre 2013

Sintra e il Convento dos Capuchos

Fabio … e il post premonitore!

Qualche settimana fa, in uno degli ultimi post pubblicati, raccontavo come raggiungere la stupenda Sintra e cosa andare a vedere.

Chiudevo il post con una personale classifica sulle cose che secondo me meritano una visita e su altre che invece no. Tanto per completezza la classifica la riporto qui sotto (che non si sa mai):

1) Quinta da Regaleira
2) Palacio Nacional
3) Il giardino del Palacio da Pena



Chiudevo il post raccontando di un posto mistico che non avevo mai visto e che mi sarebbe piaciuto vedere appena possibile, il Convento dos Capuchos. A quanto pare bastava scrivere un post, sono venute a trovarmi delle mie amiche Italiane e, in uno dei giri fuori porta, siamo andati a vedere il Convento (…siamo pure andati a mangiare in un posto spettacolare…ma questo lo racconto in un altro post).



Se volete fare un giro a Sintra, leggetevi il post, metto il link qui sotto:

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Come scrivevo nel primo post, il Convento dos Capuchos, è un piccolo monastero in disuso, che si trova a una decina di chilometri dal centro di Sintra.

Per raggiungerlo bisogna attraversare buona parte del parco di Sintra.



Il percorso è davvero suggestivo, mille tornanti tra una vegetazione foltissima, adesso con i colori dell’autunno, la strada che porta al convento non è per niente battuta quindi si incontrano pochissime auto, l’aggiunta della pioggia quasi impercettibile ha contribuito a creare un’atmosfera perfetta per il luogo (non è il percorso ideale per chi soffre il mal d’auto).

Il convento fu costruito nel 1560 da Don Álvaro de Castro, volutamente in un luogo isolato e inospitale per accentuare la funzione del convento.
Il Convento dei Cappuccini di Santa Cruz, é stato abbandonato nel 1834, in concomitanza all’estinzione dell’ordine religioso di riferimento. Al momento dell’abbandono era occupato da 8 frati.



Il convento dos Capuchos è diventato famoso per la sua estrema ed evidente povertà, ma soprattutto per le condizioni che riuscivano a sopportare i frati che volontariamente lo abitavano.

Tutta la struttura interna del convento è, ancora oggi, ricoperta da sughero. Probabilmente in quanto è l’elemento più facile da reperire sul territorio ma anche per allontanare qualsiasi possibilità di sfarzo.
Gli ambienti sono semplici come struttura e costruzione, ma la cosa che più impressiona, sono le dimensioni delle stanze. L’ingresso alle camere, dove i frati riposavano, le porte, sono alte poco più di un metro e larghe meno di 40 centimentri, proporzionate alle camere delle dimensioni di un metro e mezzo per un metro e mezzo con una piccola finestra che prende luce dal bosco circostante.

Al Convento si accede da una piccola scala in salita che conduce a due enormi massi che, appoggiati uno all’altro, formano il portale di ingresso. Superato l’ingresso, un piccolo chiostro con una sorgente d’acqua e poi l’entrata vera e propria al Convento.



Lontano e opposto, sia metaforicamente che praticamente, rispetto agli sfarzi delle grandi ville di Sintra, il Convento dos Capuchos è una perla nascosta all’interno del Parco di Sintra.

Non è possibile raggiungere il Convento con nessun mezzo pubblico urbano, serve un’automobile, quindi è necessario prendere un Taxi (chiedete quanto costa la corsa per essere sicuri) oppure andare con un mezzo proprio.

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Anche le indicazioni stradali per raggiungerlo sono poche, insomma quasi sicuramente arriverete al Convento senza orde di turisti quindi ci sarà l’atmosfera ideale per godersi il posto.

L’ingresso al Convento è di €6 per gli adulti, l’addetta alla biglietteria ci informava che, dopo un paio di giorni dalla nostra visita, sarebbe iniziata la bassa stagione quindi il costo si sarebbe abbassato, ma non ha saputo indicarci il nuovo prezzo (adoro i Portoghesi e la loro relatività).

Tutte le info sul parco di Sintra sul sito www.parquesdesintra.pt

La galleria fotografica completa la trovate sul mio profilo flickr o cliccando qui.

Copyright fotografico: www.fabiosalvo.net


Prima pubblicazione 7 Novembre 2013

Bairro Estrella D’Ouro Una storia di fabbriche, operai e cultura


Non ho mai creduto alla casualità, il caso come opposizione alla causa, l’elemento determinate di qualcosa da opporre alla teoria delle combinazioni incontrollabili che portano alla generazione di un evento.

Non credo nemmeno alla casualità che porta due persone ad incontrasi, credo ad un’energia comune, fatta di stessi modi di vivere che in qualche modo ci portano naturalmente ad incontrarci ma nemmeno quella è casualità.

Credo che non sia il caso di andare avanti, non ho mai studiato filosofia in vita mia, non vorrei mai infilarmi in un tunnel senza uscita rischiando il linciaggio innocuo di qualche lettore particolarmente attento.



Però, l’incipit del caso è legato (in questo caso) ad un luogo.

C’è un quartiere a Lisbona, un posto dove chi vive quì passa spesso (almeno io ci passo spesso e quindi penso che tutti ci passino quanto ci passo io), che ha sui marciapiedi, sui prospetti dei palazzi, nei dettagli architettonici un simbolo ricorrente ovunque, il simbolo di una stella.

Il quartiere in questione si chiama Estrela d’Ouro (Stella d’Oro) e si trova nelle vicinanze del Largo da Graça, più o meno, sotto il miradouro di Nossa Senhora do Monte.




Ci sono stelle sulla calçada (la pavimentazione dei marciapiedi), sulle cornici delle porte, sui prospetti dei palazzi, negli azulejos che decorano gli edifici e allora mi sono chiesto: “è un caso?”

Il caso non esiste (almeno secondo me) e infatti dietro questo quartiere c’è una storia importante per la città e la stella d’oro è il simbolo di questa storia.

Estrela d’Ouro è un piccolo quartiere operaio costruito agli inizi del 1900 nel cuore di Graça.



E’ stato progettato nel 1907 dall’architetto Norte Junior e terminato nel 1909, il bairro si trova tra rua da Graça e rua da Senhora do Monte.
Il progetto (e l’idea) è nato da un’idea di Agapito Serra Fernandes, un imprenditore galiziano che decise di costruire a Lisbona la sua fabbrica di dolci.
Agapito Serra Fernandes costruì il quartiere come un piccolo villaggio dove far sorgere la sua fabbrica, costruire la sua dimora e delle case per tutti i dipendenti (e le loro famiglie) che per lui lavoravano all’interno della fabbrica.
La Villa Rosalina era il luogo dove la famiglia del ricco imprenditore Fernandes al completo viveva. La residenza aveva, oltre a tantissime stanze, una cappella privata, un piccolo laghetto e un giardino e poi una discoteca per il bunga bunga, una sala per cene eleganti, un vulcano …mmm... no, questa è un’altra storia (scusate mi è scappata!).

Attorno alla Villa principale c’erano le abitazioni di tutti gli operai, le costruzioni tipiche (ancora chiaramente visibili) erano fatte ad U e distribuite su due piani con dei lunghi corridoi esterni, allora queste abitazioni ospitavano 120 famiglie.

Le vie del quartiere hanno, ancora adesso, i nomi delle figlie e dei familiari del grande imprenditore.



Il simbolo della stella d’oro deriva dal forte legame e dall’appartenenza al popolo galiziano, la stella d’oro è uno dei simboli che si lega a Compostela (Campostela, in latino campus stellae, campo della stella).

Fine del momento Wikipediano Zingaresco, vi racconto la mia.

La mia curiosità per questo posto nasce da un grande Azulejos sulla strada principale e su un racconto che una volta un mio amico mi fece su questo quartiere, allora in uno dei miei tour cittadini, ho deciso di farci un salto per scattare qualche foto e cominciare a cercarne la storia.
A quanto pare, questo ricco imprenditore, era uno dei tanti Galiziani che si spostavano verso Lisbona agli inizi del ‘900 per fare business. Cercando informazioni in rete ma soprattutto parlando con i vecchietti del quartiere, Mr. Fernandes era un imprenditore illuminato.

Capiva l’importanza della comunità e cercava di porsi sempre alla pari rispetto ai propri dipendenti, insomma non sembrava un padrone ma più un padre, però io non c’ero quindi chi lo sa?

Il quartiere oggi ospita più di 200 famiglie, sembra davvero di entrare in un villaggio (questa sensazione in realtà si ha spesso a Lisbona), c’è un clima subito accogliente, non c’è il caos cittadino anche se siamo in pieno centro.
Il quartiere è molto bello, gli edifici hanno queste scale di metallo esterne dell’inizio secolo (come si vedono anche a Milano o a Torino), tipiche dell’industrializzazione e a due passi, basta salire un po’, si arriva al fantastico miradouro di nossa Senhora do Monte che è di sicuro uno dei posti più belli della città.

Se siete appassionati di archeologia industriale e vi trovate in zona un giretto il posto lo merita.

E chiudo con una curiosità (per me incredibile).
Passando per Rua da Graça, c’è un grande supermercato che tutti conoscono, il Pingo Doce da Graça.



Fermatevi davanti l’ingresso e guardate in alto.
Sulla porta principale svetta una grande stella, il simbolo del quatiere. Agapito Serra Fernandes fece costruire per i suoi operai un teatro (poi diventato cinema), il Royal Cinema dove venne proiettato il primo film con l’audio di tutto il Portogallo.

Oggi, come già detto, del cinema resta solo la struttura esterna e l’edificio è stato trasformato in un grande supermercato.

Per la serie di cultura non si vive.

Copyright fotografico: www.fabiosalvo.net

Una gita fuori porta nelle meraviglie di Sintra


Il 99% dei post che scrivo su questo blog sono dedicati alla magica Lisbona, difficilmente scrivo di altri luoghi e un po’ sbaglio. Il Portogallo è una terra stupenda e per molti sconosciuta, per fortuna in questi tre anni ho avuto la curiosità di montare in macchina ed esplorare questa terra che mi ospita con tanto affetto e tante sorprese.

Da Lisbona ci sono tanti collegamenti, in treno o in pullman, verso tutti i centri più grandi (come Porto o Faro) e quindi è semplice muoversi ma, la struttura urbana del Portogallo (non so quanto il termine urbano si possa usare nei confronti di una nazione, ma comunque…) è diversa dall’Italia.

Nella nostra amata penisola ci sono tante grandi città, luoghi in cui vale le pena fermarsi per più giorni perchè c’è tanto da vedere. Lasciando perdere i luoghi ovvi come Roma, Venezia o Firenze, si potrebbe fare una mappa dal sud al nord e ogni 200km c’è qualcosa di affascinante che meriti una sosta.

Palermo, Catania, Napoli, Perugia, Bologna e tutta l’Emilia, Torino, Verona, l’elenco potrebbe essere infinito, i posti non citati non sono secondi agli altri chiaramente.

La struttura del Portogallo invece è diversa, soprattutto per una questione di numeri, pochissimi centri grandi e tanti minuscoli micropaesi.

Gli abitanti del Portogallo sono meno di 11 milioni (contro i 60 milioni dell’Italia) e i la sua superficie è di 92.000 Km quadrati (l’Italia è grande più di 300.000 Km quadrati). Un terzo della popolazione Portoghese è concentrata nelle due aree urbane di Porto e Lisbona.

Questa premessa Wikipediana per dire che escludendo Porto e Lisbona tutti gli altri posti, che meritano comunque interesse, sono piccoli, ma piccoli piccoli, dove in un giorno si riesce a vedere tutto senza problemi. Occorrono due giorni se sono posti di mare allora uno si dedica all’ozio della spiaggia, ovviamente in estate (oggi meglio di no visto che diluvia).

Per girare Lisbona e Porto non è necessaria l’auto, entrambe le città si girano facilmente a piedi e in ogni caso i mezzi pubblici funzionano alla perfezione.

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Se invece volete assaporare il clima rurale del Portogallo, andare in giro senza meta e fermarvi in uno dei bellissimi paesini dell’Alentejo o scovare una delle spiagge sperdute della costa oceanica, il consiglio è usate un’automobile, con i mezzi pubblici vi perdereste metà del viaggio.


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Il Portogallo pieno di sorprese, qualche millennio di post fa scrissi il mio primo post di un luogo fuori Lisbona raccontando del castello di Obidos.

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Un altro luogo che merita una visita e, semplicissimo da raggiungere, è Sintra.




Io sono sempre di parte ed è una cosa che dico sempre, Lisbona vince su tutto, quindi prima girate Lisbona, non perdetevi nulla e se siete davvero convinti e pronti per abbandonare la capitale allora valutate alternative, altrimenti restate qui!

Sintra è un piccolo centro abitato situato in mezzo ad una riserva naturale sulla cima di un colle e dista poco più di 30 Km di Lisbona.
E’ un posto bellissimo in mezzo al verde ed è sempre stato famoso nella storia del Portogallo in quanto, per le sue bellezze, è stato utilizzato da tutti i regnanti come luogo di villeggiatura. Residenza estiva dei Re del Portogallo e, prima di loro, dei signori Moreschi.



Sintra è famosa per la sua riserva naturale ma soprattutto per tutte le ville e i palazzi nobiliari che la storia ci ha lasciato in eredità.

Una gita a Sintra implica una scelta, i luoghi da vedere sono tanti, molti si somigliano quindi io consiglio di individuarne un paio e focalizzarsi su quelli, i posti più conosciuti sono:

-          Il Palacio Nacional (che si trova nel centro di Sintra, domenica mattina l’ingresso è gratuito)
-          Castelo dos Mouros (ci si arriva con un autobus dal centro oppure scarpinando un po’ in salita)
-          Quinta da Regaleira (a pochi passi dalla stazione e dal centro)
-          Palacio da Pena (l’autobus urbano che porta al palazzo è il 434 e il costo del biglietto è di €4,5 a\r mentre l’ingresso al giardino è di €5, €9 per il pacchetto giardino e palazzo)
-          Convento dos Capuchos (non ci sono mezzi pubblici, si raggiunge solo in taxi)
-          Palacio de Monserrate



La top 3 del blogger dei posti imperdibili a Sintra (insomma i posti che a me piacciono di più) :

1)      Senza ombra di dubbio, staccando notevolmente gli altri luoghi, il mio posto preferito è la Quinta da Regaleira.
Un parco stupendo, pieno di cunicoli e cascate e con un pozzo che da solo merita la visita alla Quinta.



2)      Palacio Nacional.
Si trova in pieno centro, la visita è molto bella e il fatto che la domenica mattina l’ingresso sia gratuito me lo ha, da sempre, reso simpatico.

3)      Il giardino del Palacio da Pena.
Per onor del vero il Palacio da Pena, secondo il pensiero comune, è il posto più bello di tutta Sintra e sicuramente quello più visitato (probabilmente anche con giusta causa).

Personalmente ho avuto una cattiva impressione la prima volta che sono andato, i €4,50 per i 5 minuti di autobus mi sono sembrati proprio un furto per i turisti, così come l’ingresso di quasi €10 a persona. Insomma, non è per fare lo spilorcio, ma alla fine per vedere questo posto ci vogliono €15, secondo me non li vale.

Però, il palazzo da fuori è molto bello e c’è una vista su tutta la zona spettacolare, un buon compromesso può essere quello di vedere solo il parco e/o andare lì in macchina.


Fuori dalla top 3, ma è un posto che mi incuriosisce tantissimo, il Convento do Capuchos.
Si tratta di un piccolo monastero (in disuso) di clausura, scavato nella roccia, in mezzo al parco, a una decina di chilometri dal centro.
Al convento ci si arriva solo in Taxi, non ci sono bus o navette, quindi per un motivo o per l’altro ho sempre desistito. A quanto pare è la chicca del parco di Sintra, quindi se siete in auto andatelo a vedere e poi mi dite com’è.

A Sintra ci si arriva in treno, circa 40 minuti, dalla stazione di Rossio (nel pieno centro di Lisbona), il biglietto di andata e ritorno è di €4 a persona e i treni sono molto frequenti, insomma arrivare a Sintra è davvero semplice.

Buon giro, aspetto di sapere se uscire da Lisbona è una buona idea oppure no.

Copyright fotografico: www.fabiosalvo.net